lunedì 31 agosto 2015

La magia delle cose perse e ritrovate di Brooke Davis

Millie Bird
Sul cartoncino c’era scritto Ragno ?-2011, con la migliore grafia di Millie. Fece passare le dita sul trattino fa il punto interrogativo e l’anno di morte del ragno. Avanti e indietro, avanti e indietro. Era strano, pensò, che quella riga – quella riga dritta – fosse l’unica cosa ad indicarne l’intera vita.

Karl il Dattilografo
Staccò un pennarello dalla lavagna ai piedi del letto e sulla parete dietro il letto scrisse KARL IL DATTILOGRAFO E’STATO QUI,  a caratteri tremolanti, cubitali. Lanciò in aria il pennarello, che cadde tintinnando a terra. Dopo un attimo di riflessione, lo raccolse e se lo infilò in tasca.
Aprì la porta principale e uscì nella notte. Risalendo il viale e uscendo dal cancello, pensò: “Questa è la cosa più coraggiosa che abbia mai fatto”.

Agatha Pantha
Agatha si sfila gli occhiali da sole marroni. E comunque lo fa solo a letto, quando si tira la coperta sulla faccia, chiudendo con forza gli occhi. E anche allora sente il mondo troppo vicino, lì che incombe su di lei, a pochi centimetri soltanto di distanza. E nei lievi secondo di sonno e la veglia – quel minuscolo vuoto di coscienza in cui si è svegli quanto basta per sapere e addormentati quanto basta per non sapere, intorno alle 21.23 – Agatha Pantha si concede di essere sola.

Parlare di libri come questo non è mai facile, assolutamente. Sono quel genere di libri che ti lasciano addosso tante riflessioni, sentimenti, pensieri ed emozioni che è così difficile tirarle giù a parole e poterle esprimere. Libri come questo ti fanno davvero apprezzare la lettura. Ti fanno capire che leggere non è solo un viaggio verso un mondo fantastico o una romantica storia d’amore. Non è solo un modo di evadere dalla realtà quotidiana, molto spesso difficile da sopportare. Leggere è anche riflettere, farsi domande, imparare cose che prima si ignoravano.
Cosa insegna questo libro? Tante cose, tantissime.
Oggi vi parlo di “La magia delle cose perse e ritrovate” di Brooke Davis.
Un’autrice che, al suo esordio, ci regala una piccola perla che vivrà nei cuori di tante persone, nel mio sicuramente.
Questo libro è la storia di tre persone: la piccola Mille Bird, Karl il Dattilografo e Agatha Pantha. Tre anime così diverse tra loro, eppure unite da un destino comune. Chiamatelo karma, destino, coincidenza, come volete: le vite di queste tre persone si incontrano un giorno come un altro, in maniera del tutto inaspettata.
La madre di Mille si “dimentica” di tornare a prenderla al centro commerciale. La piccola Millie la aspetta tutti i giorni, sperando di vedere le sue scarpe dorate che la raggiungono e vengono a prenderla.
Ho amato questa bambina dalla prima all’ultima riga. Una piccola che ha già una visione del mondo troppo adulta per una bimba di sette anni. Il suo pensiero fisso, infatti, è la morte. Lei ha un quaderno dove appunta tutte le “Cose morte” che incontra nella sua vita: un ragno, una mosca, il suo cagnolino, il suo papà. Lei non è insensibile a nessuna di queste morti, anche ad un ragnetto lei da una sepoltura e un funerale, come ad ogni essere vivente. Pensieri che per una bambina di sette anni sono assai strani, eppure così profondi e naturalmente infantili che non puoi fare a meno di sorridere e di amare questa piccola creatura che è stata palesemente abbandonata.
E nella sua vita entreranno due persone le cui vita saranno letteralmente stravolte dall’incontro con questo piccolo angelo dai capelli e stivali di gomma rossi.
Karl il Dattilografo è un personaggio assai profondo, riflessivo, con l’animo ancora da ragazzino intrappolato nel corpo di un ottanseienne. Dopo la morte della moglie la sua vita è cambiata, la vecchiaia ha cominciato a farsi sentire. Sbattuto in casa di riposo dal figlio e dalla nuora e convinto che tutta la sua vita ormai sia in quella specie di prigione. Personalmente, questo personaggio, ad un certo punto, mi ha fatto riflettere su una questione personale: io vivo con i miei e con la mia nonna materna. Prima c’era anche il nonno, ma tre anni fa il destino e la malattia me lo hanno strappato. Però mi sono domandata questo: se io e i miei genitori non fossimo le persone che siamo, se non avessi smontato tutta la nostra vita per venire ad occuparci di loro, mia nonna avrebbe fatto la stessa fine di Karl? Rinchiusa in uno ospizio a trascorrere il resto dei suoi anni in mezzo a sconosciuti, pensando al suo grande amore che non c’è più? Ci ho pensato tanto, mentre leggevo di Karl e mi sono domandata come sarebbe la stata la vita di questo personaggio se avesse avuto un figlio e una nuora come i miei genitori. Forse sarebbe stato curato e amato, questo di sicuro, ma se mia nonna non avrebbe avuto la forza di riprendere in mano la sua vita (credetemi, a malapena cammina ormai u.u), Karl lo fa: prende e scappa, esce a vedere il mondo per vivere la sua vita come meglio crede. E l’incontro con Millie Bird gli da una nuova ragione per vivere: aiutare quella creatura a ritrovare la sua mamma.
Ed è qui che sulla strada incontriamo Agatha Pantha: coetanea di Karl e vedova come lui. Un personaggio assai strano, ma molto profondo e malinconico. Dopo la morte del marito non è più uscita di casa e praticamente ormai parla urlando, magari anche dalla finestra dove urla quello che non le piace. Un personaggio solitario, attaccato alla sua routine e che ha paura di rimettersi in gioco, per quanto lo si possa fare ad ottant’anni suonati.
Ma chi può dirlo?
Accompagnati poi dall'inseparabile Manny: il manichino che è stato il "custode" della piccola Millie. Una presenza oggettiva, ma che fa parte del contesto tanto quanto i personaggi. Come una specie di angelo custode che li accompagna e che fa parte del loro gruppo, pur essendo solo fatto di plastica.
Questi tre personaggi vivranno un viaggio alla ricerca della madre della piccola Millie e scopriranno tante cose che non sapevano di poter scoprire.
Karl e Agatha scopriranno che la vita non è finita, che si può amare ancora.
Mille si renderà conto che non esiste solo la Morte, ma che la Vita può riservare tante sorprese. Scoprirà anche come gli adulti non siano perfetti e di come ci si sente a venire abbandonati. Ma anche cosa si prova ad avere accanto qualcuno che è disposto a ritrovarti, sempre.
Insomma, questo libro è stata una lettura assai intensa, piacevole, riflessiva ed emotiva. Mi ha fatto sorridere, battere il cuore, commuovere e mi ha resa anche triste certe volte.
Ho amato i tre personaggi e le loro storie, le loro emozioni, i loro sentimenti e sogni e le loro paure.
Questi sono i libri che ti fanno davvero amare la lettura e tutto ciò che sa regalarti
Ringrazio la Garzanti e Letizia per avermelo mandato, chiedendo anche scusa per averci messo tanto. Ma ne è valsa la pena, perché l’ho letto nella condizione ideale, nel momento giusto, nelle giornate in cui il mio cuore e la mia mente erano pronti ad una lettura come questa.
Consiglio questo libro?
Sì, a chi ha voglia di riflettere, emozionarsi e anche sognare.

Trama

Mi fido di te.
Perché tu mi hai insegnato
Che non sempre tutto è perduto

A volte un paio di stivali rossi può aiutare ad affrontare il mondo e le proprie paure. Così è per Millie, che quando li indossa si sente forte e sicura. Ha sette anni ed è curiosa di tutto. Ha tanta voglia di fare domande, di conoscere, di scoprire. Per questo quando un giorno al centro commerciale sua madre sembra sparita, non si perde d'animo, ma cerca qualcuno che possa darle una mano a trovarla. È proprio allora che si imbatte in Karl che se ne sta seduto con lo sguardo perso nei suoi pensieri. Karl è un anziano un po' speciale che mentre parla, digita nell'aria le parole. Solo in questo modo riesce a sentire ancora vicina sua moglie a cui un tempo scriveva parole d'amore sulla schiena. Millie si fida subito di lui e la corazza di diffidenza che Karl si è costruito intorno si scioglie grazie agli occhi sperduti e sinceri della bambina. Gli stessi occhi davanti ai quali Agatha sente nascere dentro una tenerezza ormai dimenticata. A ottant'anni non esce più di casa, dopo la morte del marito, e passa le sue giornate alla finestra a spiare i vicini. Ma appena scorge sulla strada Millie e Karl c'è qualcosa che la spinge a parlare con quei due sconosciuti, a uscire per la prima volta dalla sua solitudine.
Perché Millie ha il dono unico di raggiungere il cuore delle persone. Perché il suo sorriso ingenuo e solare è capace di portare la felicità. Lì dove non ci si aspettava più di trovarla.
Karl e Agatha si sentono vicini a lei come a nessun altro prima e decidono di ritrovare sua madre. E da quel momento per loro ogni cosa cambia. Scoprono che non è mai troppo tardi per vivere appieno la vita, per lasciarsi trascinare da un desiderio, per permettere all'amore di meravigliare ancora.
E Millie è pronta ad imparare che non tutto ha una risposta e che questa è la magia del futuro. La magia di sapere che lungo la strada si perdono delle cose, ma che c'è sempre il modo per ritrovarle.
Brooke Davis ha scritto un libro meraviglioso. È un caso editoriale venduto in 30 paesi e subito primo in classifica. Lettori e librai indipendenti l'hanno adorato. Perché è impossibile non affezionarsi alla sua protagonista, alla sua voglia di scoprire il mondo per riempirlo di stupore e felicità. Un romanzo che insegna a non arrendersi mai. Bisogna cercare e sperare. Crederci e fidarsi. Perché mai nulla è perduto per sempre.

Edizioni: Garzanti
Prezzo: 14.90
Genere: Narrativa Moderna
Autrice: Brooke Davis
Pagine: 252
ISBN 9788811688471
Traduzione: Maria Paola Romeo e Marco Zonetti
Uscita: 21 Maggio 2015 

Alla prossima recensione!!



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